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AGESCI - Gruppo Scout Mirandola 2

L'Associazione

Lo Scautismo nel Mondo

Ci sono oltre 38 milioni di bambini, ragazzi ed adulti, uomini e donne che in 216 paesi e territori del mondo sono scouts e guide.

Lo Scautismo e il Guidismo sono un movimento mondiale

  • Di giovani
  • Per i giovani
  • Educativo
  • Che esprime un ideale di vita

Fin dalla loro fondazione lo Scautismo e il Guidismo sono, nel loro complesso, un movimento educativo non formale di giovani che si propone come obiettivo la formazione integrale della persona secondo i principi ed i valori definiti dal suo fondatore Lord Robert Baden-Powell, attualizzati oggi dall'Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (WOSM/OMMS - World Organization of the Scout Movement) e dall'Associazione Mondiale delle Guide Esploratrici (WAGGGS/AMGE - World Association of Girl Guides and Girl Scouts).

Lo Scautismo è quindi un movimento in movimento ed è il più numeroso al mondo e con la maggior diffusione territoriale. Attraverso la fantasia, il gioco, l'avventura la vita all'aria aperta, l'esperienza comunitaria, la progressiva ricerca di senso della vita e lo sviluppo della dimensione sociale e spirituale, lo scautismo risponde alle tante e autentiche domande dei giovani sulla vita e sul crescere in essa.

B.-P. - Lord Robert Baden Powell

Lord Robert Baden Powell, B.-P. per tutti gli scouts, nasce il 22 febbraio del 1857 a Londra e nella concretezza del suo linguaggio e delle sue intuizioni pedagogiche, aveva indicato in "quattro punti" i fondamenti del metodo scout: "formazione del carattere, abilità manuale, salute e forza fisica, servizio del prossimo", qualità semplici, ma necessarie per formare un uomo libero ed un buon cittadino.

Diffusosi velocemente in tutto il mondo immediatamente dopo la sua fondazione nel 1907, durante la seconda guerra mondiale lo scautismo è stato sciolto in molti paesi europei dal nazismo e dal fascismo. In Italia, negli anni dal 1926 al 1943 (il periodo chiamato della "Giungla silente"), centinaia di scout hanno continuato la loro attività in clandestinità. In questa dimensione sono da ricordare in particolare due gruppi: il "Lupercale" a Roma e le "Aquile randagie" a Milano.

A sottolineare l'educazione all'impegno sociale, è significativo ricordare che molti dei leaders politici nei vari paesi del mondo sono stati educati nello scautismo. Il Parlamento Italiano per l'azione educativa svolta a favore dei giovani in tutto il mondo, ha assegnato congiuntamente alle due organizzazioni mondiali dello scautismo il Premio Parlamentare per l'Infanzia, che è stato consegnato ai rappresentanti dei Comitati Mondiali in occasione della Giornata Nazionale per l'Infanzia il 20 novembre 2005.

~ Liberamente tratto dal libro di Paolo Alacevich "Scautismo e Umanesimo Cristiano". 2003, Collana Tracce Edizioni Fiordaliso.


Lo Scautismo in Italia

Il primo esperimento italiano di scautismo fu fatto nella primavera del 1910 a opera di sir Francis Vane, baronetto di Hutton, e si tenne a Bagni di Lucca. Il 12 luglio 1910, con l'aiuto di un maestro locale, Remo Molinari, il baronetto fondò ufficialmente un primo reparto di scout col nome di «Ragazzi Esploratori», da cui presero origine i «Ragazzi Esploratori Italiani» (REI), sezione italiana degli inglesi British Boy Scouts.

La primogenitura dello scautismo cattolico italiano è da attribuire a Mario Mazza che nel 1915 fondò la RECI (Ragazzi Esploratori Cattolici Italiani). Nonostante il nome, quest'associazione non andò mai oltre i confini della Liguria.

E' nel 1916, che ad opera di Mario di Carpegna, aristocratico appartenente alla "Guardia nobile" del Papa, fu fondata l'ASCI (Associazione Scoutistica Cattolica Italiana) con approvazione pontificia e la nomina di un Assistente Ecclesiastico. Fin dall'origine la formazione cristiana dei ragazzi è stato uno dei punti centrali dell'educazione scout, vissuta secondo la sensibilità del tempo: l'educazione dei giovani in quegli anni, infatti, non era pensabile al di fuori di una prospettiva e di una impostazione di tipo cristiano. Questo punto di partenza, tuttavia, rimarrà sempre ben chiaro nella tradizione educativa dello scautismo cattolico, costituendo ancor oggi una delle sue peculiarità più importanti: la consapevolezza che ogni itinerario educativo proposto ai ragazzi è inserito in una prospettiva antropologica che si ispira alla visione cristiana dell'uomo e che costituisce nel contempo un'occasione di ulteriore crescita nella fede cattolica. L'Associazione agli inizi del novecento continuava a crescere velocemente, anche se in quei primi anni, non aveva vita molto facile.

Si arrivò così, durante il fascismo, ai decreti di scioglimento delle associazioni giovanili che non accettavano di divenire opere di regime e così, nel quadro degli accordi che si andavano configurando fra Stato e Chiesa, non fu possibile salvare lo scautismo. L'ASCI fu sciolta, ma non morì del tutto. Molti gruppi continuarono in clandestinità fino alla seconda guerra mondiale, durante la quale molti degli scout che operavano nella clandestinità si adoperarono al fianco della Resistenza e per la salvezza di numerosi ebrei perseguitati. Nel 1944, mutata la situazione l'ASCI rinacque come associazione autonoma. Nel frattempo a Roma era nato il primo nucleo dell'AGI (Associazione Guide Italiane) ad opera di alcune giovani e di qualche assistente. Nel dopoguerra le due associazioni conobbero una fase di rapida crescita, in un clima di leale collaborazione ed interazione con la Chiesa; in entrambe si veniva strutturando la formazione dei capi e lentamente ci si apriva ad una crescente collaborazione fra le due stesse associazioni, caratterizzate da una forte attenzione ai ragazzi, al linguaggio per dialogare con loro senza troppi formalismi: la ventata del '68, che provocò il crollo di molte aggregazioni nel mondo giovanile, fu assorbita dallo scautismo cattolico in maniera quasi indolore, forse perché già abbastanza preparata ai cambiamenti in atto.

Anche all'interno della Chiesa, durante la stagione di rinnovamento culminata nel Concilio Vaticano II, lo scautismo si è trovato al passo coi tempi, in un certo senso quasi in anticipo; i grandi temi del Concilio (l'immagine di Chiesa come "popolo di Dio" ed il nuovo ruolo riconosciuto ai laici, l'attenzione al mondo ed ai problemi dell'uomo, la forte centralità della Parola di Dio ed una nuova sensibilità liturgica, ed infine, anche il nuovo spirito missionario) sono, infatti, realtà tutte molto congeniali allo spirito ed all'esperienza dello scautismo cattolico in Italia.

Il clima culturale del dopoguerra, il nuovo ruolo della donna nella società e nella Chiesa, lo stesso rinnovamento conciliare, hanno creato successivamente l'occasione favorevole per la nascita di un'unica associazione di guide e scouts cattolici nella quale potessero convivere, nel rispetto reciproco e secondo il principio della coeducazione, ragazzi e ragazze: era il 1974, nasceva l'AGESCI.

Il Grande Gioco - 100 Anni di Scoutismo

Si tratta di un film/documentario sui cent'anni di scautismo di Fabio Toncelli, realizzato in coproduzione AGESCI-Rai Trade e con il patrocinio del Segretariato sociale RAI.


Le Aquile Randagie

La legge n. 5 art. 3 del 9 Gennaio 1927 decreta lo scioglimento dei Riparti Scout nei centri inferiori a 20.000 abitanti ed obbliga ad apporre, ai restanti, le iniziali ONB (Opera Nazionale Balilla, vale a dire l'organizzazione giovanile fascista) sulle proprie insegne. Papa Pio XI fu costretto a dichiarare sciolto lo scautismo il 24 gennaio dello stesso anno. Il 9 aprile 1928 il Consiglio dei Ministri modifica la legge ONB e col decreto n. 696, firmato dal capo del Governo, Benito Mussolini, e dal Re, dichiara soppresso lo scautismo.

Il 22 aprile 1928 l'ASCI viene ufficialmente chiusa e vengono deposte in Duomo a Milano le fiamme, insegne dei reparti. In quello stesso giorno Ciacco, un lupetto del gruppo Milano 2, fa la sua promessa entrando nella famiglia scout: è il primo simbolico atto di rivolta. Alcuni Capi e ragazzi sono decisi a mantenere fede alla Promessa e alla Legge: tra questi Andrea Ghetti, del gruppo Milano 11, detto Baden e Giulio Cesare Uccellini, Capo del Milano 2, che prenderà il nome di Kelly durante la clandestinità, guideranno le Aquile Randagie. La clandestinità durerà 16 anni 11 mesi e 5 giorni, che saranno chiamati, basandosi sul linguaggio kiplingiano, il periodo della giungla silente.

Fare scautismo in uniforme vuol dire amare totalmente il metodo, avere convinzioni salde, coraggio per affrontare le conseguenze e i rischi, come la perdita dei vari benefici dati dall'iscrizione al Fascio. Le Aquile randagie sono senza sede e le informazioni per le uscite intere o pomeridiane della domenica sono lasciate in alcuni monumenti storici intorno a Piazza del Duomo, ovviamente senza data e firma. Per non rimanere isolati s'instaura una fitta corrispondenza con Scout stranieri che durerà per tutto il tempo della clandestinità e che permetterà, alle Aquile randagie, di mantenersi sempre aggiornati metodologicamente con l'evoluzione dello scautismo mondiale.

Saranno mantenute, per tutto il periodo della clandestinità, le tradizioni dell'inaugurazione dell'anno Scout in settembre, la visita il pomeriggio di Natale all'Ospedale dei Bambini, la festa di Carnevale, il rinnovare insieme la Promessa il 23 aprile in comunione ideale con tutti gli Scout del mondo, il Campo di San Giorgio, il Campo Estivo, ecc. Una delegazione di cinque Aquile Randagie, aggregata al contingente svizzero, partecipa nel 1933 al Jamboree di Gödöllo (Ungheria) incontrando Baden-Powell per la prima volta. Nel settembre del 1936 Kelly (Giulio Uccellini) partecipa ad un Pellegrinaggio di Scout stranieri a Lourdes e fa voto di condurne uno ufficiale dell'ASCI qualora questa sia ricostruita integralmente. Questo voto sarà sciolto da oltre 400 Scout ASCI nel 1954.

Nell'agosto 1937 delle Aquile randagie partecipano al Jamboree di Voghelenzang (Olanda) inseriti nella delegazione Scout della Corsica. Il 9 agosto Kelly, Andrea Ghetti - Baden e suo fratello Vittorio incontrano Baden-Powell che li riceve ufficialmente come delegazione italiana e concede l'investitura di Capo a Kelly e l'incarico di conservare lo spirito dello scautismo e di diffonderlo tra la gioventù italiana, fuori da ogni forma associativa.
Nel 1939 avviene la prima salita in Val Codera, scoperta da un'aquila randagia, 'paradiso perduto' sconosciuto e con possibilità di fuga in Svizzera.

Dopo l'armistizio dell'8 Settembre 1943, le Aquile Randagie organizzano l'assistenza ad ex prigionieri inglesi e greci, americani, russi, serbi, e quindi ebrei, giovani sbandati o renitenti alla leva, e perseguitati di ogni fede politica.
Nasce così OSCAR (Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati) che si impegnò in un'opera di salvataggio di perseguitati e ricercati di diversa nazione, razza, religione, con espatri in Svizzera (noto quello di Indro Montanelli) e concludendo il proprio servizio proteggendo la vita, a guerra finita, ai persecutori di ieri.
Con la fine del fascismo anche i componenti delle Aquile Randagie hanno contribuito a rifondare l'Associazione Scouts Cattolici Italiani portando il proprio contributo di fedeltà (l'ASCI confluì poi nell'AGESCI).

La storia delle Aquile Randagie

Narrata dal regista Fabio Toncelli nel film documentario "Il grande gioco - Cent'anni di scautismo".


Lo Scautismo a Mirandola

~ Tratto dal libro "Dall'inghilterra alla Bassa Modenese" di Fabio Balboni e Stefano Zerbini.

Inizi dello scautismo a Mirandola

Primo censimento di gruppo

Nel 1919 arriva a Mirandola il nuovo vicario parrocchiale don Francesco Venturelli assumendo l'incarico di rettore della chiesa del Gesù e di assistente dell'Ospedale-Ricovero e dell'Orfanotrofio. Veniva ad affiancare l'allora parroco Mons. Roberto Maletti, il quale trovò da subito, nel giovane sacerdote, un collaboratore affezionato ed intelligente. Per questo accolse positivamente l'iniziativa del giovane cappellano di fondare un circolo cattolico a Mirandola, intitolato a Giovanni Pico. Il circolo, collegato strettamente all'Azione Cattolica, divenne la culla del primo riparto scout. I lavori di formazione del primo riparto a Mirandola iniziano già nel 1923. E' soprattutto grazie al costante collegamento tra Arnaldo Pozzetti e don Francesco Venturelli da una parte e Umberto Bandieri dall'altra, che si giunge alla fondazione del gruppo. Dopo un'entusiasmante e seria preparazione, si arriva al 26 ottobre 1924, giorno delle promesse, pronunciate davanti al parroco, all'assistente don Francesco, al novello direttore del riparto Arnaldo Pozzetti (aiuto istruttore) di Mirandola e al dirigente scout Alfredo Borsari, accompagnato da una piccola e fraterna rappresentanza di scout modenesi. Formano una squadriglia di esploratori chiamata Castoro e una squadriglia di lupetti, i Grigi. Sono dodici in tutto, tra esploratori e lupetti, una piccola ma solida compagine che nel lungo tempo darà frutti insperati.

Lo scioglimento del gruppo a Mirandola

Alla fine del 1927, il riparto ASCI di Mirandola venne sciolto. Non fu un evento improvviso e inaspettato, ne dettato da necessità o problemi interni, ma fu una conseguenza dei provvedimenti di primo parziale scioglimento dell'ASCI da parte del governo fascista. Il triste epilogo della prima avventura scout di Mirandola, per poter essere compreso, va collocato all'interno di un quadro generale nazionale, dal quale emerge in modo chiaro la decisione governativa di sciogliere i gruppi scout nei paesi con meno di 20.000 abitanti che non fossero capoluoghi di provincia.

1946: si riparte!

Nell'autunno del 1945 giunse a Mirandola, quale terzo Cappellano, don Nino Levratti; era giovanissimo e ci fu una specie di divisione di incarichi tra lui e don Antonio Siena. Don Nino curò soprattutto i ragazzi interessati allo scautismo. L'arrivo di don Nino fu la svolta determinante per la rinascita, la crescita e lo sviluppo dello scautismo a Mirandola. Tra l'autunno e l'inverno del 1945/46 i ragazzi interessati allo scautismo intensificarono la loro preparazione tecnica e spirituale in previsione degli "esami scout", che sostennero nella primavera del 1946 davanti ai capi dell'ASCI di Modena. La prima nota ufficiale della volontà di riapertura del riparto fu la richiesta inoltrata in data 15 gennaio 1946 al commissariato centrale ASCI da parte di don Nino Levratti. Il superamento degli esami consenti la riapertura ufficiale del Riparto Scout Mirandola 1, che avvenne con la Promessa pronunciata in forma solenne in Duomo, il 23 giugno 1946. Erano in tutto dodici scout, in perfetta divisa, con i fazzolettoni giallo blu, che erano già stati i colori del riparto sciolto nel 1927. Due furono le prime squadriglie, i Cervi e le Aquile, guidate dal Capo Riparto Luigi Carboni.

Il guidismo a Mirandola

Era l'ottobre del 1945 quando Lucia Vezzini, insegnate di lettere al liceo classico Giovanni Pico, spinta dal suo forte spirito scout e dalla disponibilità dimostrata da alcune sue alunne, decise di iniziare ad organizzare il movimento scout femminile nel nostro territorio. Il primo riconoscimento del nascente gruppo AGI di Mirandola, porta la data del 20 gennaio 1947, giorno in cui vi fu l'ammissione ufficiale delle aspiranti guide all'associazione. Sotto gli occhi vigili e attenti di Lucia Vezzini e dell'assistente don Nino Levratti, si arriva al fatidico giorno delle prime cinque promesse delle guide mirandolesi nel mese di maggio del 1948; ne seguirono altre quattro il giorno 8 novembre.